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Regole per accensione caminetti in Emilia-Romagna

Viviamo ogni giorno sommersi dalle informazioni e difficilmente riusciamo a distinguere tra quelle che hanno un impatto sulla qualità della nostra vita e quelle che sono superflue, sicuramente siamo tutti sensibili ai temi ambientali e alla salute, ma ai blocchi del traffico e all’allarme inquinamente ci abbiamo fatto il callo e non vi prestiamo più grande attenzione.

In questo articolo cercheremo di risvegliare il vostro interesse su questo tema affrontandolo seguendo la filiera dell’impiantistica termoidraulica.

Negli ultimi anni l’uso di legna, cippato e pellet (biomassa legnosa) quale combustibile per caldaie, stufe, camini e altri apparecchi domestici, è aumentato a causa del risparmio economico che queste tipologie di combustibile comportano rispetto ai combustibili tradizionali.

E’ evidente che la ricerca del minor costo ha avuto riflessi anche sulla scelta delle apparecchiature e sulla loro installazione.

Purtroppo sono state acquistate molte attrezzature poco performanti dal punto di vista energetico, altre non sono state installate da imprese qualificate e molti impianti sono alimentati con combustibili di bassa qualità. Questo stato di cose rappresenta un problema per la salute della popolazione, a causa dell’emissione in atmosfera di inquinanti e un problema di sicurezza per gli utilizzatori, che a fronte di installazioni irregolari mettono in pericolo la sicurezza propria e dei propri familiari.

Le biomasse legnose, se non gestite correttamente all’interno del processo di combustione, nell’impianto e nelle emissioni, possono provocare l’immissione in atmosfera di polveri di diverso diametro, alcuni composti organici volatili e ossidi di azoto.
I quantitativi di queste sostanze emessi in aria dipendono da diversi fattori fra cui:

  • il tipo di caldaia e le sue caratteristiche energetiche ed emissive,
  • la sua frequenza di manutenzione,
  • la tipologia di biomassa legnosa utilizzata.

Per aiutare a comprendere il reale impatto in atmosfera delle diverse fonti di inquinamento, e quindi anche della legna e i suoi derivati, ARPAE e la Regione Emilia-Romagna hanno realizzato il progetto Supersito, i cui primi risultati sono stati presentati nel 2016. Attraverso le analisi del profilo chimico del PM2.5 si è messo in evidenza come la sorgente legata alla combustione della biomassa legnosa rappresenti, una fonte importante di particolato fine.

Dai dati ottenuti la biomassa legnosa risulta essere la principale sorgente di PM2.5 presenti nell’aria nella la stagione fredda, ed è presente anche durante il periodo estivo, pur mostrando ovviamente contributi inferiori.

La risposta della Regione a questi dati preoccupanti è contenuta nel Piano Aria Integrato Regionale dell’Emilia-Romagna (PAIR 2020), entrato in vigore nell’aprile 2017, che mira a ridurre i livelli degli inquinanti sul territorio regionale e rientrare nei valori limite definiti dalla normativa (Direttiva 2008/50/CE e del D.Lgs. 155/2010).

Già dal 1 ottobre 2015, nelle unità immobiliari dove sono presenti altri sistemi di riscaldamento oltre a quello alimentato a biomassa, ubicate nei Comuni la cui quota altimetrica è inferiore ai 300 m, dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, è vietato l’uso di combustibili solidi per riscaldamento domestico negli impianti con efficienza energetica inferiore all’75% e nei focolari aperti o che possono funzionare aperti, dal 2018 , con le modifiche introdotte dalla DGR 1412/2017 sono introdotte le seguenti nuove limitazioni.

DGR 1412/2017
Dal 01/10/2018 Dal 01/10/ al 31 /03 Comuni interamente fino a 300 m s.l.m Unità abitative con più sistemi di riscaldamento Divieto utilizzo apparecchi a Biomassa < 2 stelle e apparecchi che hanno focolare aperto o che può funzionare aperto
01/10/2019 Dal 01/10/ al 31 /03 Comuni interamente anche in parte superiori a 300 m s.l.m Unità abitative con più sistemi di riscaldamento Divieto utilizzo apparecchi a Biomassa < 3 stelle e apparecchi che hanno focolare aperto o che può funzionare aperto
01/10/2018 Divieto installazione apparecchi a Biomassa < 3 stelle
01/10/2018 Divieto installazione apparecchi a Biomassa < 4 stelle
01/10/2018 Obbligo utilizzo Pellet certificato classe A1 secondo UNI EN ISO 17225-2 in apparecchi con PN <35 kW . Obbligo di conservare documentazione di acquisto.
01/10/2018 Dal 01/10/ al 31 /03 Sforamento per 4 giorni consecutivi limiti PM 10 Comuni > 30000 abitanti Divieto di   utilizzo di generatori   di calore domestici alimentati   a biomassa legnosa   < 3 stelle
01/10/2018 Dal 01/10/ al 31 /03 Sforamento per 10 giorni consecutivi limiti PM 10 Comuni > 30000 abitanti Divieto di   utilizzo di generatori   di calore domestici alimentati   a biomassa legnosa   < 4 stelle

La situazione inerente la certificazione dei generatori a biomassa ha trovato soluzione con il Decreto Ministeriale del 7 novembre 2017 n.186: “Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide”. Tale regolamento stabilisce i requisiti, le procedure e le competenze per il rilascio di una certificazione ambientale dei generatori di calore alimentati con legna da ardere, carbone di legna e biomasse combustibili. Individua, inoltre, le prestazioni emissive di riferimento per le diverse classi di qualità, i relativi metodi di prova e le verifiche da eseguire ai fini del rilascio della certificazione ambientale, nonché appositi adempimenti relativi alle indicazioni da fornire circa le corrette modalità di installazione e gestione dei generatori di calore che hanno ottenuto la certificazione ambientale.

In questo quadro di azioni, ampliamento giustificato dai dati raccolti, mancano alcuni elementi fondamentali,come prevedere una massiva e puntuale informazione ai cittadini, che tuttora si sentono liberi di acquistare liberamente qualsiasi tipo di apparecchio e qualsiasi tipo di combustibile, che poi non potranno utilizzare, il ribadire che un’installazione corretta e sicura richiede l’intervento di installatori e manutentori qualificati e prevedere il reale funzionamento di un sistema di controllo, senza il quale difficilmente si potranno avere dei miglioramenti.

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