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Domande e Risposte

Inauguriamo una serie di articoli con i quali affrontiamo i dubbi più frequenti degli installatori e manutentori, cercando di dare una risposta chiara ed efficace.

 

DPR 74/2013 Magazzino frigorifero e libretto di impianto

In uno stabilimento alimentare un grande deposito frigorifero è alimentato da un impianto avente potenza utile di 324 kW, l’organismo che accerta i requisiti di “qualità” dell’impresa richiede che sia presente un libretto di impianto e che siano svolte le controlli di efficienza energetica di cui al DPR 74/2013, è corretta questa richiesta?

No, i depositi frigoriferi non ricadono nel campo di applicazione del DPR 74/2013, allo stesso modo non ricadono nel campo di applicazione del decreto i seguenti casi:

  • Le unità immobiliari riscaldate esclusivamente con stufe, caminetti o apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante se la potenza termica del focolare complessiva non supera i 5 kW, e in assenza di altri impianti o apparecchi di condizionamento di qualsiasi potenza;
  • Le unità immobiliari riscaldate e/o raffrescate con apparecchi mobili;
  • Le unità immobiliari o parti di esse destinate ad ospitare macchine, sostanze, derrate alimentari, piante, animali che necessitano di temperature controllate, con presenza solo temporanea di operatori;
  • Le singole unità immobiliari ad uso abitativo o assimilate, riscaldate e/o raffrescate da impianti centralizzati, in cui siano presenti solo apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria (scaldacqua, scaldabagni, boiler) ed eventuali pannelli solari termici ad essi collegati.

 

DPR 74/2013   Terzo responsabile per singola unità’ immobiliare

E’ possibile svolgere ed assumere il ruolo di terzo responsabile di un impianto per la climatizzazione invernale di un appartamento dove il generatore e i sistemi di termoregolazione sono posti in un locale dedicato a cui è possibile accedere solo con chiave?

Tipicamente per le singole unità immobiliari il responsabile non può delegare a terzi el proprie responsabilità perché mantiene di fatto il controllo dell’impianto , ma in questo caso è possibile per l’impresa avere la certezza di gestire l’impianto essendo il generatore e il sistema di termoregolazione posti in un locale dedicato con accesso chiudibile a chiave.

 

UNI 7129 .. Punto di inizio con elettrovalvola

Mi trovo a dover realizzare un impianto a gas in una unità immobiliare con una conformazione particolare e non riesco a collocare il rubinetto generale in posizione accessibile, a questo punto penso di installare un’elettrovalvola sul contatore del gas, in questo modo soddisfo anche l’obbligo del punto di inizio?

La Norma UNI 7129-1:2015 prevede la possibilità di utilizzare una elettrovalvola in sostituzione del rubinetto generale dell’unità immobiliare, ma la stessa norma ne vieta l’uso in sostituzione del rubinetto che costituisce il punto di inizio. Il punto di inizio è il rubinetto posto immediatamente a valle del contatore del distributore e può essere dotato di una presa pressione.

 

UNI 7129   Esalazione cucina

Stiamo realizzando un impianto a gas in una civile abitazione, in cucina il condotto di scarico dei fumi è stato fatto dall’impresa edile ed è composto con i classici condotti di plastica in PVC, ma so che prima di utilizzarlo devo essere sicuro sia idoneo per questo scopo, come posso fare ad eseguire questa verifica?

Fatica inutile, il condotto in plastica in PVC non può essere più utilizzato, la norma UNI 7129-3:2015 prevede che siano utilizzati solo canali di esalazione conformi alle norme di prodotto previste per i camini, in particolare è possibile utilizzare condotti metallici conformi alla UNI En 1856-1 e 1856-2 oppure in materiale plastico conformi alla UNI EN 14471.

I requisiti prestazionali minimi richiesti per questo tipo di scarichi sono:

  • Classe di temperatura minima T80;
  • Adeguatezza al funzionamento a umido (designazione W);
  • Classe di pressione di esercizio N1 (40 Pa) per condotti in pressione negativa e P1 (200 Pa) per condotti in pressione positiva.

 

UNI 806   Temperatura acqua calda centralizzata

La mia impresa ha terminato la realizzazione di un piccolo condominio con dodici unità abitative, l’impianto di produzione dell’ACS è di tipo centralizzato con accumulo, ricircolo e distribuzione ai piani, il geometra dell’impresa mi ha contestato il fatto che l’acqua calda impiega due minuti ad arrivare ai rubinetti delle docce del 4 piano, ma noi siamo sicuri che l’impianto vada bene così come è stato fatto. La norma cosa dice al riguardo?

La norma applicabile al suo caso è la UNI 806-2:2008 e prevede che dopo 30 secondi dall’apertura completa di un raccordo di prelievo, la temperatura dell’acqua non dovrebbe essere maggiore di 25 °C per i punti di prelievo di acqua fredda, e non dovrebbe essere minore di 60 °C per i sistemi centralizzati di acqua calda, salvo limitazioni nazionali.

In Italia la temperatura massima di distribuzione dell’acqua è limitata a 48+5°C dalle disposizioni del DPR 412/93, questa situazione non è l’ottimale per la prevenzione della Legionellosi , ma è comunque una temperatura significativamente alta , al punto che può essere necessario installare le valvole di miscelazione automatica agli utilizzatori per evitare ustioni agli utilizzatori più sensibili come anziani e bambini.

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